Ristrutturare conviene con il bonus 50%: spendere la metà per ottenere il doppio

ristrutturazione

Sono numerose le agevolazioni fiscali che consentono di abbattere le spese e ottenere una casa rinnovata, confortevole e con una miglior prestazione energetica.

Chi non vorrebbe pagare la metà per ottenere il doppio? È quel che accade con il bonus 50% per le ristrutturazioni edilizie.

Di cosa si tratta?

Di un’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione dell’IRPEF pari al 50% delle spese sostenute fino ad un tetto massino di 96.000 per interventi di ristrutturazione straordinaria e ordinaria.

Facciamo un esempio: il signor Rossi abita nella sua casa di famiglia costruita negli anni Sessanta. Ha ricevuto un preventivo di 96.000 euro per la ristrutturazione straordinaria della sua abitazione. Esegue i lavori entro il 31 dicembre 2021 e paga le prestazioni all’azienda con “bonifici parlanti” (bonifici strutturati appositamente per le ristrutturazioni edilizie, eseguibili presso qualsiasi istituto bancario). Comunica, ove previsto, all’ENEA entro 90 giorni dal termine dei lavori che sono stati completati e ha diritto a 48 mila euro di detrazioni Irpef che può ottenere in diversi modi.

Può ad esempio richiedere il rimborso in 10 rate di pari importo nei dieci anni successivi: in questo caso otterrà un credito di imposta corrispondente alla cifra in questione, da scalarsi dalle tasse o da ricevere come rimborso in caso di lavoratore dipendente. Altre possibilità sono quelle di ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura.

Bonus 50% per ristrutturazioni con cessione del credito o sconto in fattura

Se si sceglie di cedere il proprio credito ad altri soggetti come, ad esempio, banche o altri intermediari finanziari sarà necessario contattare l’intermediario, transare la cessione del credito secondo le procedure individuate dall’istituto o dall’intermediario, accettare che il credito ceduto non venga rimborsato nella misurata esatta (di norma ogni istituto tiene per sé una certa percentuale del credito) e, in caso di accordo positivo, ricevere il denaro.
Per esempio, per ogni 100 euro di credito ceduto è possibile ricevere dai 78 ai 81 euro. Tornando al nostro esempio se il signor Rossi decide di cedere il suo credito non riceverà più un “rimborso” di 48 mila euro, ma presumibilmente una cifra variabile tra 37.400 euro e 38.900 euro, a seconda delle condizioni di accollo previste dall’istituto cui si rivolge.

Ma quale sarebbe il vantaggio? Che li riceve in tempi brevi e non in dieci rate distribuite in altrettanti anni come nel primo caso.

Un’altra opzione è richiedere lo sconto in fattura: in questo caso si chiederà al fornitore uno sconto pari all’agevolazione così che siano i fornitori a poter chiedere il credito d’imposta o a cedere a loro volta il credito. Anche in questo caso il vantaggio è immediato, in quanto si riceverà una fattura già decurtata della cifra relativa all’agevolazione, ma, come nel caso precedente, di norma il fornitore richiede la cessione di una certa percentuale di credito per fornire il servizio.

Per quali lavori è possibile richiedere il bonus 50% sulle ristrutturazioni?

Il bonus 50% spetta per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, per le opere di restauro e risanamento conservativo e per lavori di ristrutturazione edilizia eseguiti su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale e sulle relative pertinenze (box, cantine, locali accessori) o sulle parti comuni degli edifici residenziali.

È inoltre possibile ricorrere al bonus 50% per interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino di immobile danneggiato da eventi calamitosi e per interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto; interventi per la bonifica di amianto, interventi per aumentare l’inviolabilità dell’edificio e la sicurezza domestica, sostituzione di gruppi elettrogeni, istallazioni di corrimani, sostituzione delle porte, solo per fare alcuni esempi.

È interessante notare che rientrano nelle spese ammissibili al bonus 50% non solo i materiali e la manodopera, ma anche le prestazioni professionali per la progettazione e per gli adempimenti previsti come perizie, sopralluoghi, asseverazione e relazioni di conformità. 

Bonus ristrutturazioni 50%: tempi e attenzione ai mezzi di pagamento

Parlando del nostro signor Rossi abbiamo specificato due cose importanti: che i lavori devono essere terminati entro il 31 dicembre del 2021 (anche se di norma le agevolazioni vengono prorogate di anno in anno, a volte con gli stessi parametri, a volte invece con parametri diversi) e che i pagamenti devono essere effettuati con “bonifici parlanti”.

Che cosa significa?

Significa che il bonifico deve contenere più informazioni di un bonifico ordinario. In particolare, oltre al nome e cognome della persona a cui è indirizzato e al suo codice iban, devono essere specificati il codice fiscale del beneficiario o dei beneficiari della detrazione, il codice fiscale o la partita iva di chi ha eseguito intervento o la prestazione.
Inoltre, nella causale del versamento deve essere indicato il riferimento alla norma che disciplina le agevolazioni a cui si intende accedere.
Le banche predispongono modelli di bonifici appositi per questa tipologia di intervento, differenziati rispetto ai bonifici ordinari.

Chi può chiedere il bonus 50%?

Il bonus 50% sulle ristrutturazioni può essere richiesto dai proprietari delle abitazioni su cui vengono eseguiti gli interventi, da coloro che vantano sull’immobile un diritto di godimento reale (per esempio usufrutto, uso o altro), ma anche i locatari purché siano loro a sostenere le spese.

Può usufruire del bonus anche l’acquirente di un immobile purché il contratto preliminare di vendita sia stato registrato, abbia il possesso dell’immobile e ovviamente esegua i lavori a proprio carico.

Un’altra nota rilevante è la possibilità di accedere al bonus per il solo acquisto dei materiali nel caso i lavori siano fisicamente eseguiti in proprio. 

Bonus 65%, Bonus Facciate e SismaBonus

Il bonus 50% sulle ristrutturazioni non è la sola agevolazione prevista dal legislatore. Se gli interventi di ristrutturazione riducono il rischio sismico dell’edifico di almeno una classe la detrazione sale al 70% e all’80% se le classi di miglioramento sono due. Anche in questo caso vale la pena di segnalare che ricadono nella fattispecie di interventi antisismici e quindi con diritto a una detrazione maggiore anche le spese sostenute per classificare e verificare gli immobili.

Se gli interventi di ristrutturazione favoriscono la riqualificazione energetica dell’edificio e aumentano i livelli di efficienza energetica dell’immobile la detrazione sale al 65%.

E ancora è possibile ottenere un bonus del 90% per interventi su facciate di edifici che siano però visibili dalla strada.

L’ultimo nato tra i bonus è il cosiddetto superbonus 110%, che tuttavia non è di semplice accesso perché necessita di interventi che consentano il miglioramento di due classi energetiche.

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