Che si tratti di un impianto elettrico di ultima generazione o di un impianto con ormai qualche anno sulle spalle, è di fondamentale importanza programmare una buona manutenzione per garantire sicurezza ed efficienza.
Un impianto elettrico mal funzionante è un pericolo
Spesso si tende a rivolgersi a un professionista solo quando l’impianto elettrico presenta un danno o un malfunzionamento conclamato. Ciò non solo porta a un aggravio delle spese per la rimessa in opera dell’impianto stesso, ma rappresenta anche un rischio per la sicurezza della casa.
Ricordiamoci infatti che un impianto elettrico ben funzionante non solo consente di risparmiare energia, ma è anche sicuro e affidabile.
Un impianto elettrico danneggiato, invece, tende a danneggiare anche i dispositivi connessi, spreca energia, rappresenta un serio pericolo per tutti e può essere una possibile fonte di incendi.
Il primo passo è fare attenzione
La prima vera operazione di manutenzione degli impianti elettrici è il prestare la massima attenzione a qualsiasi segnale che possa farci supporre che c’è qualcosa che non va. Non aspettare che vi siano danni conclamati, prima di intervenire.
Odore di bruciato
Uno dei segnali tipici è la presenza di un odore simile alla plastica bruciata, che indica che si è verificato un surriscaldamento di una o più parti dell’impianto elettrico.
Ronzii e cali di tensione
Lo stesso dicasi per ronzii di cui non riuscite a identificare una fonte certa: non di rado vi sono elettrodomestici che emettono leggeri suoni, ma l’impianto elettrico nel suo complesso deve essere assolutamente silenzioso.
Ancora, può succedere che vi siano dei cali di tensione temporanei, che provocano una minore luminosità dei punti luce o anche un breve spegnimento delle stesse. Se la luce delle lampade diviene tremolante o la luminosità diviene più debole, meglio effettuare un controllo.
Scosse e scintille
Altri due segnali di malfunzionamento sono prendere una piccola scossa, basta una strana sensazione di formicolio, quando tocchiamo prese o interruttori e, forse è superfluo dirlo, vedere piccole scintille fuoriuscire dalle prese molto calde.
Per una corretta manutenzione è sempre indicato chiamare un professionista che periodicamente controlli il buon funzionamento di tutte le parti e ci indichi quali operazioni di manutenzione eseguire con cadenza regolare, come ad esempio, i controlli sul quadro elettrico, vera centrale di controllo del nostro impianto.
Manutenzione degli impianti elettrici e impianti a norma
Se la casa ha ormai un po’ di anni sulle spalle e non sono mai stati fatti lavori di ammodernamento, è probabile che l’impianto elettrico non sia a norma. Le direttive di riferimento sono molteplici: dal DM 37-08 , che riguarda la progettazione impiantistica, alla norma CEI 64-8, che regola in generale gli impianti a bassa tensione, quelli installati nelle abitazioni civili.
Un impianto che rispetti le caratteristiche previste dalla legislazione vigente è un fattore di sicurezza importantissimo. Sono centinaia, infatti, gli incidenti riferibili al malfunzionamento dell’impianto elettrico che si verificano ogni anno in Italia.
Un impianto a norma deve essere realizzato da un’impresa certificata, è accompagnato da una dichiarazione di conformità, deve avere salvavita e dispositivo di protezione dai sovraccarichi.
Manutenzione programmata: quando farla?
Se abbiamo un impianto a norma (in caso contrario, meglio pensare di ammodernarlo quanto prima) e non vi sono altri problemi come segnalato all’inizio di questo articolo, è comunque bene prevedere una manutenzione programmata dell’impianto elettrico ogni cinque anni circa. Effettuare controlli periodici su ogni parte del proprio impianto è il modo più sicuro per dormire sonni tranquilli e non avere brutte soprese.